FLA 2022

STEFANO E SERENA ANDREOTTI

Cara Liviuccia
(Solferino)

Sabato 12 novembre 2022
ore 12:00
Auditorium Petruzzi

Le lettere che Giulio Andreotti scriveva a sua moglie Livia.  Sono la sorpresa postuma che filtra dalla maschera di imperturbabilità del personaggio: il potente politico democristiano scriveva regolarmente, su fatti pubblici e privati, alla moglie, cui lo legava un profondo rapporto di fiducia, in grado di infrangere la sua innata riservatezza.

Queste lettere, raccolte per la prima volta a cura dei figli, coprono l’arco di due decenni e portano alla luce una famiglia sempre gelosamente protetta dal leader democristiano. 

Raccontano dei viaggi, dei pranzi e degli incontri con ambasciatori o cardinali, delle riunioni in Parlamento o degli impegni di partito e di quando, in assenza della famiglia, andava a dormire dalle suore sopra le catacombe di Priscilla, sulla Salaria.

Le confessioni di De Gasperi, l’ictus di Segni o i retroscena dell’elezione di Montini al Conclave del 1963 si mescolano agli aneddoti sul barbiere di Gronchi a piazza Barberini, alle complicità della vita coniugale o all’orgoglio per i risultati scolastici dei figli. Un intimo e rivelatore spaccato di storia italiana.

Giulio Andreotti (1919 – 2013), eletto nel 1946 all’Assemblea ostituente e nel 1948 alla Camera, fu sempr riconfermato deputato fino alla nomina, nel 1991, a senatore a vita. Esponente di spicco alla Democrazia cristiana, divenne nel 1947 sottosegretario nel quarto governo De Gasperi, fu ministro dell’Interno, degli Esteri, della Difesa, del Bilancio, delle Finanze, del Tesoro, dell’Industria, dei Beni culturali e sette volte presidente del Consiglio. Tra i suoi molti libri, Ore 13: Il Ministro deve morire (1974), A ogni morte di Papa (1980), la serie di Visti da vicino (1982, 1983, 1985). Nel 2020 Solferino ha pubblicato con successo I diari segreti. 1979-1989 e nel 2021 I diari degli anni di piombo. 1969-1979.

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